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  Descrizione

I Disturbi Respiratori del Sonno sono alterazioni della meccanica ventilatoria e/o della respirazione di origine complessa e spesso multidisciplinare che determinano alterazione del sonno fisiologico. La causa più comune di tali disturbi è: la Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (Obstruction Sleep Apnea Syndrome) o OSAS.

Per comprendere cosa si intende per disturbo respiratorio del sonno è necessaria una breve premessa sulla fisiologia umana. L'organismo umano come qualunque macchina è una struttura a cui necessita, per svolgere le sue funzioni, di energia. L'ossigeno (O2) è una molecola indispensabile per lo sviluppo di energia nelle cellule umane e quindi nei nostri organi. Per questo motivo esistono allarmi e sistemi di sicurezza per evitare che gli organi non vengano bene ossigenati. Tutti questi sistemi sono controllati dal cervello.


L'ossigeno entra nel corpo tramite le vie aeree risucchiato dal naso e dalla bocca grazie soprattutto al muscolo diaframma, la cui attivazione automatica è controllata da recettori che misurano costantemente la quantità di O2 e dal cervello.

Il diaframma muovendo la gabbia toracica aspira aria nel polmone.

L'aria aspirata tramite il naso e la bocca passa nella gola, nella trachea,  nei bronchi, ed infine negli alveoli dove l'O2 contenuto nell' aria passa all' interno dei vasi sanguigni per raggiungere tutte le cellule del corpo.

Quindi maggiore è la dimensione del tubo che porta l'aria con l'O2 e minore è il lavoro del muscolo diaframma; viceversa minore è il suo diametro maggiore è la fatica sostenuta dal diaframma.


Fig. 1 L'aria inspirata va verso i polmoni

Nel sonno, per la posizione assunta dal corpo ed il rilassamento dei muscoli che mantengono pervie le vie aeree, si determina una fisiologica riduzione del calibro delle prime vie aeree.

Se le vie di passaggio dell'aria sono ridotte di calibro o ostruite i muscoli dovranno fare più fatica a far passare l'aria, per compensare ciò il diaframma dovrà far aumentare la velocità dell'aria per consentire una sufficiente ossigenazione.
Ciò si ottiene aumentando la forza di aspirazione dell'aria con una fatica maggiore proprio quando anche il muscolo diaframma dovrebbe riposarsi.

Il russamento è un rumore respiratorio causato dall'aria che passando veloce contro le parti molli delle vie aeree le fa vibrare. In queste condizioni il flusso di aria può ridursi di oltre il 50% (ipopnee) o arrestarsi per alcuni secondi (apnee).
In alcuni pazienti il russamento o il maggior sforzo respiratorio è sufficiente ad alterare la qualità del sonno; in altri al russamento si possono associare le apnee e quindi determinare la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS).
 

Fig. 2 Il passaggio per l'aria è ostruito

Durante le apnee i livelli di ossigeno nel sangue si abbassano rapidamente di contro c'è un aumento della pressione sanguigna e dell' attività cardiaca con possibili aritmie e a livello cerebrale microrisvegli o risvegli con affanno. Oltre a disturbi cardiovascolari nei pazienti con apnee notturne un sonno alterato può determinare:

  • sonnolenza diurna
  • deficit della memoria
  • irritabilità
  • colpi di sonno.
 Ciò è causa indiretta in questi pazienti di incidenti stradali e sul lavoro oltre a problemi cardiovascolari.


  Epidemiologia


I disturbi respiratori del sonno ed in particolare la Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS) costituiscono un problema frequente e di rilevanza crescente nella società sia per i rischi di incidente, lavorativo e stradale, da sonnolenza diurna sia per le conseguenze cardiovascolari e neurologiche.
Anche il semplice russamento, non complicato da deficit respiratorio o da scarsa qualità del sonno, non và trascurato poiché a volte può essere causa di tensioni non piacevoli tra conviventi, al punto da determinare la separazione delle stanze per il riposo notturno. Vari studi in tutti i paesi industrializzati si sono occupati di OSAS, per ricercare le dimensioni della patologia nella popolazione.

Young e colleghi in un lavoro pubblicato su N. Engl. J. Med. nel 1993 effettuato utilizzando la polisonnografia hanno individuato un indice di apnea/ipopnea AHI (numero di apnee ed ipopnee per ora) superiore a 5 nel 9% delle donne e nel 27 % dei maschi ed hanno rilevato che anche in soggetti che non riferivano russamento era presente un AHI > 15 nel 3,1 % dei maschi e nel 2,7 % delle donne.

Questi dati sono stati confermati da studi effettuati in altre nazioni come Gran Bretagna, Giappone Australia, Fillandia, Svezia ed Italia.

Negli anni 80 uno studio effettuato nella popolazione dello stato di San Marino ha evidenziato che il 24% degli uomini ed il 14 % delle donne russano abitualmente e che questo fenomeno aumenta con l'età. (il russamento abituale è considerato uno stato preclinico di OSAS).

Un recente studio effettuato nel comune di Abiategrasso ha evidenziato in soggetti maschi fra i 40 e 65 anni un indice di desaturazione, in parte correlabile con AHI, superiore a 10 nel 13% dei soggetti e superiore al 20 nel 4,8 %.


  Complicanze


Possono essere di due tipi: Cardiovascolari o Cerebrovascolari.

Cardiovascolari
Durante il sonno naturale, non complicato da patologie, il sistema cardiovascolare si riposa riducendo la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa.
Il russamento, quando si associa ad apnee, comporta un aumento dell' attività muscolare ed in particolare del diaframma nel tentativo di sbloccare l'ostruzione aumentando la pressione di aspirazione. Ciò avviene, durante l'apnea, in stato di ridotto flusso di ossigeno ed aumento della anidride carbonica. Questo comporta, nei vasi arteriosi, un riflesso che determina:

  1. chiusura dei vasi arteriosi non ossigenati nel polmone e dell' organismo con aumento della pressione di circa il 25%.

  2. riduzione della portata cardiaca.

Cerebrovascolari
(da completare)


  Il sonno


Il Sonno fisiologico contrariamente a ciò che si potrebbe pensare non è una condizione stabile o passiva, ma è caratterizzato da continue variazioni dello stato neurofisiologico che per comodità di studio vengono classificate in stadi. In particolare si riconoscono due fasi:

  • NREM (Non Rapid Eye Movement)

  • REM (Rapid Eye Movement)

A sua volta la fase NON REM viene suddivisa in 4 stadi e quindi:

  • stadio I addormentamento

  • stadio II sonno con onde lente e rapide

  • stadio III sonno ad onde lente

  • stadio IV sonno ad onde lente

Lo stato di vigilanza è dovuto ad attività cerebrale di tipo corticale in connessione neuronale con la sostanza reticolare e la porzione anteriore del ponte che si trova alla base del cervello.
L'interruzione di questo sistema di connessione determina lo stato di sonno con il passaggio da una fase di veglia caratterizzato all'EEG da ritmo alfa (basso voltaggio 8 - 12 Hz) a sonno REM allo stadio I (assopimento / addormentamento) riduzione ampiezza e frequenza segue lo stadio II caratterizzato dalla presenza di complessi K onde lente a punta -/+ profonda di durata maggiore di 500 msec. con fusi del sonno 7 - 8 onde a 14 Hz. Negli stadi III e IV presenza di onde delta a 2 HZ.

Arrivati allo stadio IV (dopo circa 90 minuti) si ripercorrono a ritroso gli stadi precedenti fino al primo quando si entra nel primo periodo di sonno REM caratterizzato da rapidi movimenti oculari ed onde a basso voltaggio (definite a dente di sega) della durata variabile da 5 a 10 minuti. Quindi inizierà un nuovo periodo con alternanza di sonno NREM e REM. Nel soggetto adulto sano la percentuale delle varie fasi del sonno sono le seguenti:

  • NREM 75%, di cui:

    •  stadio I, 5%

    •  stadio II, 50%

    •  stadio III, 6%

    •  stadio IV, 14%

  • REM 25%

CARATTERISTICHE DELLA VEGLIA E DEL SONNO

  Veglia NREM REM
Stato coscienza vigile assente sogni
Elettroencefalogramma EEG basso voltaggio,
alta frequenza
alto voltaggio,
bassa frequenza
basso voltaggio,
alta frequenza
Elettromiografia EMG alta attività bassa assente
Elettrooculogramma EOG lenti assenti rapidi
Reazione a stimoli normale ridotta assente


Ovviamente nel caso sia presente un disturbo del sonno la struttura del sonno così come è stata descritta ne risulterà alterata e lo sarà tanto più quanto maggiore e soprattutto costante nel tempo sarà il disturbo.

Nei pazienti affetti da OSAS il sonno è altamente modificato poiché a seguito del deficit respiratorio e dello sforzo ventilatorio descritto il paziente difficilmente riuscirà a raggiungere gli stadi più profondi del sonno così come anche il sonno REM risulterà marcatamente ridotto. Di tutti gli stadi del sonno i più importanti per la funzione ristoratrice sono lo stadio IV (massimo grado di sonno senza sogni e stadio REM.